La famiglia Alberti Lèlo, proprietaria e
gestrice della struttura, ha promosso in questi giorni la ristampa anastatica di “Rifugio Cinque Torri 1904-2004 - Un’avventura
lunga cent’anni”, volume di Ernesto Majoni uscito 14 anni fa in occasione del secolo di vita del rifugio sotto la Torre Grande d'Averau. Le 64 pagine ricche di immagini d'epoca erano esaurito da tempo ma ancora richieste da alpinisti e bibliofili: ora il volume è nuovamente disponibile presso la famiglia Alberti a Zuel di Sopra, in alcune rivendite e dal 9 giugno al rifugio, che riaprirà per la stagione estiva.
In "Rifugio Cinque Torri 1904-2004" l'autore inizia la storia nel 1842 con la nascita di
Giuseppe Ghedina Tomàsc, guida alpina che il 17.9.1880 condusse l’inglese C. G. Wall sulla Torre Grande, massima elevazione del gruppo detto Monte Castellat, dando avvio alla sua esplorazione. Nel 1904 i fratelli Mansueto e Giuseppe Manaigo e Agostino
Colli, intuendo che le torri – alcune delle quali già note ai primi alpinisti - costituivano un buon richiamo ma difettavano di un ricovero e ristoro per i visitatori, costruirono l’Albergo 5 Torri,
inizialmente in legno a piano unico e poi in
muratura a tre piani e con una ventina di cuccette. Uscito praticamente indenne
dai due conflitti mondiali, nel '63 l'edificio fu ampliato con la
sala da pranzo e oggi – costantemente migliorato e raggiungibile anche con una strada, chiusa in agosto e ottima pista per escursioni invernali con gli sci o le ciaspe - conserva ancora lo stile della casa originaria.
Le Cinque Torri sono una meta molto gettonata e di facile accesso. Tanti escursionisti che passano lassù si dirigono poi più avanti, verso il Nuvolau, la Croda da Lago, i passi Falzarego e Giau o le vie ferrate della Gusela e dell’Averau, ma sulle Torri gli scalatori non mancano. Un tempo erano molto battute tutte le vie classiche delle guglie: Via delle Guide, Myriam, Riss, Diretta, Nord del
Barancio, Lusy, Quarta Bassa, Inglese. Da un buon trentennio esse sono state in parte superate dai numerosi tiri moderni, molto duri, spesso brevi ma privi del piacere della vetta.
Il rifugio ha sempre tanto lavoro. Noto anche per la ricca offerta culinaria, è
una tappa obbligata per escursionisti, guide alpine e scuole di roccia,
scalatori d'antan, climbers, buongustai italiani e stranieri che lassù si satollano.
La storia del Cinque Torri offre fatti e curiosità di rilievo: passato per due guerre, dall'Impero al
Regno e alla Repubblica, il rifugio lavora da oltre un secolo con impegno e sacrificio, sempre affrontati di buon
grado dai proprietari (giunti alla quarta generazione), che sotto le Torri hanno realizzato un valido punto di riferimento per Cortina e l'alpinismo.
L’accogliente struttura, in cui si respira ancora l'autentica aria del rifugio alpino, è una pietra miliare dell'ospitalità in Dolomiti, nota e amata, e il
libro di Majoni appena ristampato vuole perpetuarne la storia e la memoria.
Ernesto
Majoni, “Rifugio Cinque Torri 1904-2004 - Un’avventura lunga
cent’anni”, Tipografia Print House Cortina d’Ampezzo 2004 –
ristampa anastatica 2018, pagine 64 con immagini in b/n.
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