Fino a oggi la guida alpina di Cortina deceduta in età più avanzata è Zaccaria Pompanin, Şàcar de Radéšchi, nato a Zuel il 26 agosto 1861 e scomparso il 22 marzo 1955, sulla soglia del novantaquattresimo anno.
Şàcar fece parte del periodo aureo dell’esplorazione dolomitica: ottenuta l'autorizzazione a fare la guida nel 1892, lavorò senza interruzioni per più di un trentennio, ritirandosi a 65 anni quando ormai si parlava di direttissime e di sesto grado.
Sfiorare il secolo di vita pare sia un genotipo familiare, se è vero che tre figlie della guida superarono i novant'anni: Maria, vedova Fontana (classe 1892) si spense novantaseienne; Oliva "Lia" (classe 1894), coniugata con Francesco Bernardi "Cuto Agnèl", giunse a novantacinque; Zita (classe 1905), coniugata con Luigi Michielli Pelèle, al momento della scomparsa di anni ne aveva centotré.
La più celebre impresa ideata e condotta da Zaccaria, che lasciò la sua firma su una quindicina di nuovi itinerari, è il "Camino Pompanin", che risale la parete nord-ovest della Croda da Lago, in vista dell'alta Val Formin.
1913. Le guide di Cortina: Zaccaria Pompanin è il 2° da sinistra, seduto |
L'itinerario, percorso il 28 agosto 1895 col musicista Leone Sinigaglia (1868-1944) e la guida Angelo Zangiacomi "Şachèo" (1861-1937), offre ai visitatori un camino verticale di settanta metri che richiede una arrampicata tecnica e fu di moda tra '800 e '900.
Oggi gran parte degli alpinisti non sarà più neppure in grado di localizzare il camino, che tra i due secoli portò alpinisti da tutta Europa al Rifugio Barbaria, poi Reichenbergerhutte e infine rifugio Croda da Lago-Gianni Palmieri sul lago di Federa.
Forse su un paio delle vie del “Zacca”, che si dice salisse nei camini come un felino, qualche nostalgico si gratterà ancora le dita nelle belle stagioni: è il destino dell’alpinismo antico, che - a prescindere dal cambio dei gusti e dai mutamenti morfologici di tanti itinerari - il più delle volte ormai richiede troppa fatica e sacrificio per essere gustato.
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