Chi conosce il luogo, per comodità lo denomina “I Zuoghe”, cioè "i gioghi" (Z = s di rosa). In verità, la dorsale che dal finestrone del Busc de r’Ancona si allunga verso est, viene identificata più precisamente con il toponimo di “Ra Ciadenes”, ovvero "le catene".
Siamo nel gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo, in una zona divenuta tristemente famosa ai primi di giugno 1915, quando divenne un varco obbligato per assaltare la roccaforte di Son Pousses. Contro la dorsale delle Ciadenes s’infransero, infatti, con grande versamento di sangue i tentativi di sfondamento della linea da parte degli italiani.
La quota 2053, dove si trova un segnale trigonometrico, e quella - 50 m. più bassa - su cui la traccia che sale dalla Statale d'Alemagna incrocia quella che scende dalla dorsale in Val di Gotres, offrono un ambiente unico, che permette di osservare animali selvatici e resti di guerra.
La ripida salita da Ospitale è indicata in primavera per saggiare i muscoli in previsione della stagione estiva, e poi alla fine dell'estate per sfidare l’inverno, che lassù pare sempre arrivare un po' più tardi. Del resto l'intricato pendio boscoso che sale in cima, solcato da tracce che si ricongiungono ad anello e di recente interessato in parte da un incendio, è ben esposto al sole: ricordo che ci capitò di salirci in marzo e aprile e poi in novembre e dicembre senza neppure bagnarci gli scarponi.
Sui Zuoghe, il 1° maggio 2005 |
Oggi abbiamo purtroppo abbandonato quello che fu un appuntamento di rito, pre o post-stagionale, con i nostri Zuoghe, che chiudemmo un 26 novembre trovando tutto l’anello in condizioni tardo-estive.
Invitiamo gli aspiranti visitatori a salire con il dovuto rispetto su quella dorsale, dove il tempo sembra sia rimasto immobile. Ci auguriamo anche di non venire mai a sapere di eventuali manomissioni sui Zuoghe, perpetrate da “valorizzatori” turistici più o meno istituzionali, sempre all'erta.
Invitiamo gli aspiranti visitatori a salire con il dovuto rispetto su quella dorsale, dove il tempo sembra sia rimasto immobile. Ci auguriamo anche di non venire mai a sapere di eventuali manomissioni sui Zuoghe, perpetrate da “valorizzatori” turistici più o meno istituzionali, sempre all'erta.
Esse servirebbero solo a spezzare l'atmosfera che caratterizza quei dirupi, tanto strategici in guerra quanto poi disertati in pace, che frequentai per trent'anni e oltre, sempre con l'entusiasmo e la curiosità del ragazzo salito per la prima volta coi genitori 48 anni fa, il 1° maggio 1972.
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