Ah, questi inglesi! Se non avessero passato la Manica a metà dell'800 in direzione delle Alpi, forse sarebbe arrivato qualcun altro; comunque, il grande merito della rivelazione dei Monti Pallidi, delle loro valli e dei paesi che le popolano, appartiene senza dubbio ad inglesi, scozzesi e irlandesi.
Tra i primi venuti a curiosare, dopo Gilbert e Churchill, ci fu una donna, Amelia Edwards, una viaggiatrice che però non scalò le cime. Nel 1857, John Ball si aggiudicò il Pelmo e nel 1860 la Marmolada di Rocca, e poi via via, in ordine alfabrico : Amery, Broome e Corning, Freshfield, Heath, Phillimore e Raynor, Lovelace, Tomasson, Tuckett, Wall, Withwell, Wyatt, Tomasson e tanti altri... Fino alla Grande Guerra, perché dopo di essa il mondo cambiò faccia, forestieri ne vennero ancora, ma lo spirito di conquista ormai si era affievolito e cedette il posto ad altri alpinismi.
I britannici hanno lasciato traccia ovunque nelle Dolomiti, dal Brenta alle Pale, e qui da noi in quasi tutti i gruppi montuosi. Nel 1890 Jones e poi Cockburn salirono, con la giovane guida Constantini, due cime del misconosciuto Pomagagnon, la Croda Longes e la Croda del Pomagagnon.
Grandi cose fecero poi a fine secolo Phillimore e Raynor sulle Pale, sul Catinaccio, in Tofana, Croda da Lago, Cristallo, Pomagagnon, Antelao, Tre Cime. I due lasciarono i loro nomi a diverse vette e vie: ricordiamo per curiosità il piccolo Ago Inglese, lungo l’accesso alla via normale della Croda da Lago (forse salito da Phillimore, Dimai e Verzi nel 1899, tornando dalla prima del Campanile Federa).
La quinta delle 5 Torri, l’Inglese, fu conquistata da Wyatt con Menardi e Maioni nel 1901; in Tofana ci sono due Vie Inglesi, ma la più nota è quella sulla parete SO della Tofana di Mezzo (Phillimore e Raynor con Dimai e Colli, 1897); sulla Costa del Bartoldo c’è il "Passo Phillimore" sulla parete sud, superata dagli indomabili Phillimore e Raynor con Dimai, 1899; sul Piz Popena c’è una via Inglese sullo spigolo sud, opera di Phillimore, Raynor, Dimai, Innerkofler e Pompanin del 1898, e così via. Altri ne hanno già scritto e non la vogliamo fare troppo lunga: resta il fatto che, per le Dolomiti, le cordate venute da oltre Manica furono fondamentali e indimenticate.
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