Il "Compendio di storia ampezzana", da poco nuovamente disponibile in libreria, ripropone in veste rinnovata e arricchita da numerose immagini in parte inedite, il Compendio omonimo, che il professor Giuseppe Richebuono (1923-2020, storico e divulgatore esemplare per serietà, al quale Cortina deve molto per quanto ha studiato e scritto in mezzo secolo) pubblicò nel 1981.
Secondo la premessa, il lavoro è rivolto “ai frettolosi che non hanno il tempo e la voglia di studiare le 950 pagine del volume (Storia d’Ampezzo, 3^ edizione, La Cooperativa di Cortina, 2008), ai turisti di passaggio che desiderano informarsi per sommi capi sulle vicende della Regina delle Dolomiti attraverso i secoli.”
In 109 pagine si dipana il ritratto di una comunità dalle origini ai giorni nostri, attraverso una serie di fatti e personaggi che inducono a riflettere sulla sua identità. Dopo una pluriennale analisi delle fonti, lo storico ci guida con mano sicura nelle tormentate vicende di una vallata di confine, spaziando dall’epoca preromana ai Romani, poi al periodo della dominazione Longobarda e Franca, all’epoca del Patriarcato d’Aquileia; per esaminare quindi il periodo in cui furono i Veneti a controllare la valle, fino allo stacco del 1511 che segnò il passaggio ai 407 anni di dominio austriaco, con tre secoli d'autonomia, le guerre napoleoniche del 1809-1814 (cui Richebuono dedicò anche un saggio ad hoc), e la Grande Guerra, tramonto di un Impero, di un’epoca e di tante certezze.
L'ultimo capitolo è dedicato al passaggio all'Italia nel 1918; esplora quindi il periodo fascista e si conclude nell’epoca attuale. Non mancano considerazioni sul futuro della comunità ampezzana, sempre più sospesa tra la modernità e la tradizione, la conservazione dei principi di base della vita alpina e l’omologazione culturale e identitaria.
Il volume, di lettura scorrevole ed esaustiva, fa conoscere il divenire di un popolo tra gioie, dolori, indifferenza e speranza. Cortina ha attraversato compatta la 1^ guerra mondiale, alla quale diede 140 suoi figli, poi la 2^, lo stravolgimento dovuto all'imporsi del turismo quale preponderante fonte di vita, e ora affronta i pesanti dubbi legati al futuro dell’ambiente, della comunità e dei suoi valori fondanti.
Il progresso inarrestabile chiede le sue "vittime" sacrificali e – secondo l’autore - gli abitanti della “Regina dei Monti Pallidi” dovrebbero anche per questo restare fedeli alla propria terra e a secoli di tradizione; “con l’impegno concorde di tutti i residenti sapranno realizzare un paese ideale, in un futuro che speriamo sia pacifico, florido ed appagante.”
È il monito, che si spera non resti inascoltato, del professore cittadino onorario d'Ampezzo, al quale va un pensiero di riconoscenza, mantenuto vivo da questo libro meritoriamente voluto dalla Cooperativa di Cortina.
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