20 mag 2022

La campana del Campanile Toro compie 70 anni

Tra i monti del Cadore, uno in particolare «si leva, meravigliosam. ardito, meravigliosam. bello, dritto come un obelisco, tra Forcella Le Corde e Forcella Cadin. La cima non è più ampia di un comune tavolo da salotto. Salito dall’O, per quanto interessante, non è così difficile come potrebbe far supporre la vertiginosità della sua forma…»
Queste ammirate considerazioni le scrisse Antonio Berti, in «Dolomiti Orientali–Volume II» del 1961. Si riferivano al Campanile Toro (2345 m.), nel gruppo degli Spalti omonimi, presso Domegge di Cadore.
Vi sembra che simili parole non avrebbero potuto indurci ad una nuova avventura, vicina a casa e d’impegno senz’altro alla nostra portata?
Nell’estate del 1993 ci convincemmo a provare il Campanile, e fu un successo. L’avvicinamento erto e faticoso, su ghiaioni infiniti da guadagnare passo per passo, la salita varia e divertente, la discesa aerea, appagarono molto le nostre cordate. E poi, il Toro ha una storia movimentata: dopo la conquista di due austriaci nel 1903, vi si sono cimentati fior d’alpinisti: da Piaz a Stősser, da Molin e Pais ai Ragni di Pieve, e tutti su percorsi duretti.
In vetta, dove si sta solo in due, la sorpresa: una campana lucente, che ovviamente – una volta lassù - non potevamo non far risuonare anche noi, nel magico silenzio che avvolge il Campanile.
Ernesto, Roberto e la campana, 1994 (Foto O.M.)

Il ricordo della campana e del suo allegro tintinnio mi torna in mente oggi, visto che tra poco il bronzo compie 70 anni! Scriveva infatti nel 1952 il sanvitese Enrico De Lotto: «Il 10 agosto gli sportivi di Domegge hanno posto sulla vetta di questo Campanile una campana con la seguente scritta: «Gli sportivi di Domegge a ricordo di tutti gli alpinisti caduti sulle Dolomiti». Sulla campana vi è riprodotta una figura di S. Giorgio, protettore di Domegge; una figura di S. Michele è per ricordare la chiesa antichissima di Folcegno nella valle Talagona; una testa di toro, simbolo del dio Thor e lo stemma del Cadore.»
Forse per il 70° non ci saranno feste solenni; ma l'anniversario merita comunque il ricordo come un bel frammento di storia cadorina, vista la bellezza della cima, su cui vivemmo due intense avventure, immersi tra gli Spalti di Toro alle prese con un alpinismo antico.
La fotografia scattata in vetta durante la seconda visita, nel giugno del 1994, ha ridestato in chi scrive il grande piacere di quei momenti.

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