11 marzo 2011, nel silenzio del Lago |
D'estate, la capanna che da tre quarti di secolo sorge sulle sponde del Lago d'Aial, il mediano dei tre specchi d'acqua della Val Federa, è una meta comoda, piena di sole e molto frequentata. Noi vi saliamo abbastanza spesso, sfruttando le varie possibilità che convergono tutte al lago: da Campo di Sotto, da Mortisa, dalla diga di Ciou del Conte, o infine, ed è la soluzione meno battuta, dalla strada del Passo Giau scendendo attraverso la località detta “Ra Sapada”. D'inverno ci andai la prima volta anni fa con amici, con il proposito di curiosare fra i “Cuaire”, le fenditure rocciose celate dal bosco che si aprono nelle immediate prossimità del lago ed erano frequentate già nell'800. Sulla porta d'ingresso del rifugio, allora chiuso, un “libro di vetta” invitava i visitatori a lasciare traccia del loro passaggio. Qualche anno fa i gestori si sono muniti di un piccolo battipista, con il quale liberano il tratto di strada che si stacca da quella diretta a Croda da Lago e consentono di salire all'Aial anche con la neve. L'esperienza è interessante, l'escursione non è molto lunga, si svolge in un ambiente solitario e silenzioso e merita la prova. Il rifugetto non potrebbe ospitare le folle di gitanti in sci, ciaspe o a piedi che invadono d'inverno altre strutture, per cui vi si sosta in tranquillità. In questi giorni lo specchio gelato del lago si va pian piano sciogliendo; il terreno sente già un po' di primavera e, anche se le sponde sono bianche e la strada che sale è ancora innevata e un po' scivolosa, la stagione avanza. Il luogo non sarà una base per ascensioni famose o tappa di trekking chilometrici, ma vi si sale volentieri per avvicinarsi ai vasti boschi di Federa, ricchi di natura e di leggende.
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