Quest'estate Cortina ricorderà due centocinquantesimi anniversari, legati alla montagna: le prime salite, entrambe dovute a Paul Grohmann con guide locali, della Tofana III e del Monte Cristallo. Qui invece rievoco altri due anniversari più modesti e, più che alla storia paesana, appartenenti alla mia vicenda personale.
Il primo. Sono
passati quarant'anni da quando, studente di prima liceo classico, posi per la
prima volta mani e piedi su una parete di roccia vera, di quelle in cui per
avventurarsi non basta soltanto l’entusiasmo.
Era il 14 luglio 1975. Dopo varie prove, con gli amici non vedevamo l’ora di "buttarci" e salire. Dove? Ma sul Becco di
Mezzodì! Per chi ne mastica un po’, tecnicamente la via normale non è gran cosa, è breve e adatta agli alpinisti esordienti: ma il Becco non è comunque un masso da boulder!
Saliti
in bicicletta al ponte di Rocurto, coprimmo a tempo di record la
distanza che lo separa da Forcella Ambrizzola e dalla base delle rocce. Scalammo veloci la normale, con l'antiquata relazione del Berti in mente; in vetta firmammo entusiasti su un sacchetto del pane trovato sotto l'ometto e ci apprestammo a scendere.
La corda nuova, regalataci da un conoscente, rimase in uno zaino, perché non sapevamo esattamente come usarla: pensando alle acrobazie lungo quei camini, soprattutto in discesa, fu straordinario cavarsela senza problemi!
La corda nuova, regalataci da un conoscente, rimase in uno zaino, perché non sapevamo esattamente come usarla: pensando alle acrobazie lungo quei camini, soprattutto in discesa, fu straordinario cavarsela senza problemi!
Il secondo. Trent'anni
dopo decisi di risalire su quel torrione fra Ampezzo e Cadore che segna da sempre il mezzogiorno, sul quale mi spellai per la prima volta le dita e dove iniziai ad amare l'alpinismo.
Settembre 2014, il Becco alle 7.13 del mattino (foto I.D.F.) |
Era il 14 luglio 2005. Con sei lustri e qualche chilo in più addosso, in compagnia di due amici con cui avevo diviso tante avventure giovanili, eccomi di nuovo sotto il Becco, di fronte al Pelmo. Strusciai le ginocchia nei camini saliti da Santo Siorpaes già nel 1872 con scarpe "da broces" e senza chiodi, rifeci la sottile, friabile e panoramica cresta terminale, e in vetta mi commossi ad ammirare Cortina stesa 1400 metri sotto i nostri piedi.
Dopo tre decenni, sul Becco di Mezzodì - la prima croda dove arrampicai, dove poi salii diverse altre volte e della quale conservo un vivo ricordo - provai un’emozione enorme e difficile da descrivere.
Ringrazio i compagni con i quali ho condiviso la prima e l'ultima avventura sulle rocce del Becco, che mi restano impresse vividamente negli occhi e nel cuore.
Ringrazio i compagni con i quali ho condiviso la prima e l'ultima avventura sulle rocce del Becco, che mi restano impresse vividamente negli occhi e nel cuore.
Caro Ernesto,
RispondiEliminaè previsto qualche evento per festeggiare la prima ascensione alla Tofana di Dentro? Mi sono perso 2 anni fa la ricorrenza per la prima ascensione alla Tofana di Mezzo (pensavo al 29 agosto e invece si è svolta prima), non vorrei perdermi quest'ultima.
Un caro saluto
Saverio
Sì, il 26 luglio; curata dalla Sezione del Cai, la salita sulle orme di Grohmann e Dimai. Partenza alle 6.00 dal campanile di Cortina. Più un articolo storico-divulgativo del sottoscritto sulla rivista Cortina, un uscita, spero, a fine mese. Hai perso anche il 150° della Rozes, lo scorso anno? E' stata fatto qualcosa per ognuna delle tre Tofane.
EliminaCiao.
Purtroppo non ci potrò essere e ho mancato anche l'anniversario della Rozes, la MIA montagna.
RispondiEliminaHo salito anch'io più di una volta - anche con gli scarponi di cuoio - il Becco, ormai tristemente fuori moda. quanta storia è passata su quelle rocce, e che peccato che oggi venga snobbato!
RispondiEliminaCiao.
El vecio Tita