L'incidente mortale occorso qualche giorno fa a un alpinista solitario che saliva senza mezzi di assicurazione, mi induce a rievocare la prima volta (or sono quasi quarant'anni) in cui volgemmo i nostri passi verso una via normale tra le meno banali delle Dolomiti: quella della Cima Piccola di Lavaredo.
All'amico Mario, il cui entusiasmo quell'estate mi spronò a diverse scoperte, la salita non diede tanta soddisfazione: a me invece piacque e in seguito la rifeci diverse volte in salita, più una in discesa tornando dalla via Helversen.
La normale, scoperta dai pusteresi Michl e Hans Innerkofler il 25 luglio 1881 dopo i tentativi di alpinisti illustri, e corretta dai fratelli Zsigmondy nel 1884, è senz'altro una pietra miliare dell'alpinismo, se non dal punto di vista atletico almeno da quello storico.
Michl Innerkofler, primo salitore della Piccola di Lavaredo nel 1881 |
Gran parte delle lunghezze si attestano sul III (grado rilevante per l'epoca): il camino finale, levigatissimo e facilitato da un cordone, si spinge verso il IV, per cui l'Innerkofler, pur essendo la normale, non è un'avventura banale e la Piccola accessi meno impegnativi non ne ha.
Sull’avancorpo ghiaioso basale, evidente dalla stradina tra i rifugi Auronzo e Lavaredo, scegliemmo sempre di salire slegati, per non perdere tempo in manovre e corde doppie e smuovere sassi il meno possibile.
Sulla parete soprastante, nota agli amanti di salite classiche e utilizzata anche da chi rientra da altri versanti, i passaggi caratteristici sono più di uno: la traversata, il diedro susseguente, il camino Zsigmondy. Memorabile è l’uscita sulla vetta, composta da tre blocchi uno di fianco all'altro, così lisci da parere quasi piallati.
Del vuoto respirato sul terrazzino sommitale, a 300 metri dalle ghiaie, ho un ricordo indelebile: che dire della volta in cui, giunti lassù disidratati e desiderosi solo di qualcosa da bere, ci vedemmo invece offrire da due gentili tedeschi ... due grossi e asciutti panini di pane nero e speck?
Sommando la salita e la discesa (piuttosto lunga con una sola corda, meno complessa con due), la Cima Piccola di Lavaredo non va certamente sottovalutata, anche se è "solo" un III. Posso dire che noi la affrontammo sempre col dovuto rispetto, ed essa ci ricompensò ampiamente, facendoci sentire parte del suggestivo mondo dolomitico.
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