Mi
sono stupito, leggendo delle circostanze del recupero - avvenuto il 21 settembre - di
due spagnoli sui Cadini di Misurina.
Dopo aver superato la fessura
Mazzorana-del Torso sulla Torre Wundt, non trovando la
via di discesa, i due hanno tentato di tornare per quella di salita,
bivaccando “senza particolari difficoltà” (penso nella grotta del quarto tiro), “fortunati nel riparo su una sosta con anello
cementato” come riporta la stampa.
Le corde non potevano non incastrarsi; così si sono bloccati e alle sette del mattino hanno dovuto essere prelevati dal
Cnsas, con l'intervento dell'elicottero e l'uso di un verricello di 65 metri.
Un
incidente può sempre capitare, ci mancherebbe altro, e per fortuna si è risolto in breve senza “bisogno di cure mediche”, ma le
modalità della disavventura sfiorano, è il caso di dirlo, il "grottesco".
La via
Mazzorana (200 metri di 4° grado) sale a SE, quindi perlopiù al sole
e in vista del rifugio Fonda Savio, da cui dista solo 10 minuti. Il "neo", evidenziato alla stampa dal gestore del rifugio - lo stesso che nel
1986 cementò i chiodi di sosta lungo la salita e parte della
discesa - è che si deve scendere “seguendo un altro itinerario”, la via normale a N: nonostante la tecnologia, “molti questo non lo sanno, e tornano indietro trovandosi poi
in difficoltà” perché la fessura è contorta e le corde non scorrono, come è accaduto agli spagnoli.
Sulla Fessura Mazzorana, 27.8.1984 |
La via sale di fronte al rifugio, quasi a tiro di voce: e nessuno ha visto o sentito niente? Il gestore, che penso collabori ancora
col Cnsas, non poteva salire o far salire qualcuno a "salvare" i due iberici, senza dover chiamare l'elicottero da
Bressanone? Con le raccolte di scalate scelte che ci sono in libreria, gli smartphone e il
Gps che ci insegue ovunque, nel 2018 ci si può perdere su una cima così trafficata?
Salii
per la prima volta la Mazzorana molti anni fa, il 12 agosto 1981: usavo ancora il Berti, non conoscevo la
discesa, non c'erano chiodi cementati e non avevamo né telefonino né attrezzature sofisticate, ma in montagna ci vuole anche un po' d'ingegno. Dala cima vedemmo tracce nelle ghiaie e un chiodo con cordini poco sotto, e da lì scendemmo.
L’accaduto è quasi incredibile, e colpisce la “mia” Torre, che ho salito e disceso quasi venti volte, con le mie forze; per fortuna, o semplicemente perché ci si informava e si guardava bene dove si andava.
L’accaduto è quasi incredibile, e colpisce la “mia” Torre, che ho salito e disceso quasi venti volte, con le mie forze; per fortuna, o semplicemente perché ci si informava e si guardava bene dove si andava.
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