6 ago 2014

Campanile Rosà, cima demodé

Non ricordo esattamente quando ci avventurammo, con alcuni amici, verso ,la cima di una montagna che, sfortunatamente, oggi manca al mio piccolo album dolomitico: il Campanile Rosà, nel gruppo della Tofana. 
Il pinnacolo, alto circa cento metri, fronteggia il versante sud-orientale dell'omonimo Col, e si distingue bene solo da vicino, oppure in particolari condizioni di luce. 
Il Campanile, scendendo per la Val Fiorenza 
(foto E.M., 16/8/2008)
Le prime a porvi piede erano state le guide Angelo Dibona, sempre lui!, e Celestino de Zanna con l'albergatore ampezzano Amedeo Girardi e il medico trentino Leopoldo Paolazzi, il 17/8/1910. La via, un 4° grado di vecchio stampo dove Dibona dovette lasciare un paio di chiodi, fu di moda per qualche tempo, ma è stata anche teatro di alcune disgrazie (Cleto Verocai nel 1924, Giulio Fox e suo figlio nel 1977...), a causa della roccia spesso malsicura. 
Nel 1931, sullo scarso spazio della guglia, i mantovani Dallamano e Ghirardini intuirono una seconda via, esposta e di un certo impegno: dieci anni dopo, infine, le guide Celso Degasper e Beppe Dimai conclusero, con i fratelli Melloni, la breve storia alpinistica del Campanile, correggendo la via Dibona con un tiro di corda di 6°. 
Riprendendo il discorso, il nostro primo (e ultimo) approccio al Campanile Rosà non ebbe proprio fortuna: ben presto si mise a diluviare e, dato l'ambiente non proprio ospitale, credemmo igienico retrocedere e scendere verso casa. Fu sicuramente meglio così: forse avevamo anche sbagliato via, perché - convinti di essere sulla Dibona (dietro mie indicazioni ...) - in realtà dovevamo avere pasticciato sulla Dallamano. 
Non ho più avuto occasione di esplorare da vicino il Campanile Rosà, bello per la forma, l’isolamento, la storia alpinistica che vanta anche nomi noti (mi vengono in mente, fra i tanti, Fritz Terschak, Gianangelo Sperti, il Re Alberto dei Belgi, il fisico Edoardo Amaldi, Mario Salvadori ...) 
Quante visite avrà ricevuto il Campanile, in oltre un secolo? Oggi mi piacerebbe sapere, da chi vi è salito, che cosa ha provato spuntando in mezzo ai mughi della cima su quella lama affilata, nascosta agli occhi del grande pubblico ed oggi fatalmente demodé.
Lo invito magari a scrivermi su questo blog!

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...