19 ott 2015

Briciole di storia: le prime quattro salite della Torre Grande d'Averau

Da un testo fondamentale per l'esplorazione delle Alpi Orientali uscito a fine '800 (Die Erschliessung der Ostalpen, vol, III, 1894), consultato in casa di un amico, appassionato anch'egli di ricerche sulla vicende storiche delle Dolomiti, mai avrei pensato di imbattermi in un inciso inedito, utilissimo per la storia delle "mie" crode. 
Ho ritrovato, infatti, i dati della seconda, della terza e della quarta salita della Torre Grande d’Averau (Cima Nord) per la via originaria dal lato della Tofana, conquistata il 17.9.1880 dal britannico C. G. Wall con la guida Giuseppe Ghedina “Tomasc”. 
La Torre Grande d'Averau, Cima Sud a sinistra
e Cima Nord (foto E.M., estate 2009)
Per vedere altri alpinisti in vetta alla Grande, la prima del celebre gruppo ad essere salita, trascorse poco meno di un anno. Il 27.8.1881, infatti, ne calcarono la sommità tre ampezzani, che, secondo la citazione, pare di poter considerare dei "senza guida" ante litteram: Luigi Majoni (forse “Coleto”, 1856-1932, mio antenato), Giovanni e Antonio Verocai "Zanpòulo", probabilmente fratelli. 
Due stagioni ancora ed ecco la terza salita, da parte di altri quattro ampezzani, due dei quali guide e uno aspirante. Il 5.6.1883 salivano la via della Torre Grande Angelo Menardi “Malto” (una delle prime gude d'Ampezzo, abilitato dal 1873), il ventunenne Luigi Picolruaz “Nichelo”, guardacaccia che stava facendo pratica per diventare guida (e lo sarebbe divenuto l'anno seguente), Simone Ghedina “Fraio” (abilitato dal 1882) e Giuseppe Girardi. 
Un anno dopo, infine si registra la quarta ascensione della torre, a questo punto seconda senza guide e prima non ampezzana: i viennesi August Böhm e Carl Diener giungono, infatti, in vetta il 6.6.1884. 
"Die Erschliessung der Ostalpen" non dà, purtroppo, notizie anche della prima solitaria e della prima invernale della via (valutata oggi di primo e secondo grado), sulla quale si sono divertite generazioni di frequentatori della montagna, novellini ed esperti, e dove anche il sottoscritto ha accumulato qualche ricordo di gioventù.

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