Ispirato da
una cartolina acquistata su un banchetto al Festival
Montagnalibri di Trento, mi fa piacere ricordare un luogo (montano,
ovviamente) che ebbi occasione di conoscere quasi trent'anni fa, nel
giugno 1985, dopo aver salito con due amici la via Innerkofler-Biendl
sullo spigolo NNO del Monte Paterno.
Su quella cartolina, che a prima
vista potrebbe risalire al 1910 ed è colorata a mano, come era
abitudine al tempo, si nota un alpinista che si sta calando dalla
Frankfurter Würstl, Salsiccia di Francoforte, sullo sfondo della Torre di Toblin.
La montagna col nome "gastronomico" è un piccolo campanile abbastanza
aguzzo, che sorge lungo la cresta del Paterno a breve distanza dal
Drezinnenhűtte, oggi Rifugio Antonio Locatelli-Sepp Innerkofler di
fronte alle Tre Cime.
Alla fine del XIX secolo il campaniletto, alto
solo una ventina di metri e poco significativo dal punto di vista
alpinistico, anche se non è proprio banale da salire, era un obiettivo rinomato nell'ambiente locale.
Le guide ampezzane e pusteresi erano solite
condurvi i clienti, prima di salire qualche itinerario impegnativo
sulle vicine cime di Lavaredo, per appurare che l'indomani
riuscissero a far superare loro certe difficoltà, e non avessero invece a
che fare con intrattabili zavorre.
Sulla Salsiccia, dove ricordo che c'era posto solo per due persone e un chiodo di calata, ho messo i piedi due volte; ma all'epoca non avevamo l'abitudine di scattare fotografie, e così oggi me ne manca la testimonianza.
Quando ho visto quella cartolina a Trento l'ho acquistata
d'impulso, insieme con alcune altre, ricordando così due giornate ormai
lontane, nelle quali provai la sensazione di condividere quel pilastrino roccioso con qualche pioniere delle Dolomiti.