Negli anni mi è capitata una cosa sicuramente comune a migliaia di altri, ma che mi piace comunque ricordare: aver condiviso alcune escursioni in montagna, non solo passeggiate digestive, con animali domestici.
Un cane, un gatto e una capra fecero da
scorta a me, familiari e amici rispettivamente nella salita della "Sciara del Minighèl", la prima ferrata d'Ampezzo, sulla ferrata del Col Rosà e sulla traversata da Fodara ad Antruiles attraverso le due forcelle Valun Gran e Camin.
Le impressioni legate a quelle escursioni in compagnia di quattro zampe le ho descritte a suo tempo su periodici. In questa sede ritorno al ricordo del micio sulle crode.
Erano i primi anni ’70, quando esordivamo nelle nostre allegre scorribande alpestri; con mio fratello e i cugini Carlo e Sandro ripetemmo la ferrata Bovero sul Col Rosà, sulla quale mi avevano già condotto papà e mamma.
Sul la "via normale" del Col Rosà, 29.V.2005 (foto E.M.) |
Nulla di eroico, certo, guardandola con occhi di un adulto; ma allora ero il più grande del quartetto e non avevo ancora 16 anni! Appena iniziata la strada forestale di Pian de ra Spines, dal campeggio di Fiames si materializzò un micio che prima ci annusò a dovere e poi, convinto, iniziò a trotterellarci di fianco.
Su a Forcella Posporcora
ce l’avevamo ancora tra i piedi, all'attacco della ferrata anche.
Che fare? Carlo prese l'iniziativa e lo cacciò nello zaino, lasciando fuori
la testa; il micio, per nulla spaventato, si lasciò accarezzare a lungo - anche da me, che con gli animali non ho mai avuto un grande feeling - e fu scarrozzato senza fatica lungo la parete, fino in vetta.
Sotto
la croce lo liberammo e non scappò: anzi, divise con
noi qualche briciola della nostra merenda, e poi ci seguì zampettando sulle rocce sotto la cima, tra i baranci e le conifere, nei sassosi canali della "via normale", fino alla base del Col Rosà.
Chiudendo l'anello davanti al campeggio, mosso dall’istinto, il micio cambiò
strada e, così com'era apparso qualche ora prima, sparì.
Non miagolò nulla; io gli rivolsi tra me e me un sommesso grazie per la tenera, silenziosa e discreta compagnia che quel giorno ci aveva fatto.
Non miagolò nulla; io gli rivolsi tra me e me un sommesso grazie per la tenera, silenziosa e discreta compagnia che quel giorno ci aveva fatto.