10 feb 2018

"Corvo Alto 1" e "Corvo Alto 2": dubbi irrisolti

Ispirato dalla salita odierna di due conoscenti, ripropongo un “rebus” toponomastico: una questioncina dolomitica di quelle che stuzzicano spesso gli studiosi e animano i dibattiti. 
Nel gruppo della Croda da Lago, sottogruppo del Cernera, fondale del Passo Giau tra San Vito e Selva di Cadore che prospetta obiettivi montuosi di buon interesse, pare, dico pare, che due cime vicine condividano lo stesso nome: Corvo Alto
Il “Corvo Alto 1” risulta denominato nelle fonti Monte Mondevàl (2455 m); si tratta di una singolare intrusione di bancate di lava e tufo nerastro in un contesto tutto dolomitico. A picco verso SO e SE, a NE scende invece con un pendio erboso poco ripido, che permette di salire sulla cima - dove qualcuno ha posto una piccola croce - a piedi, con gli sci o le ciaspe partendo dal ceruleo laghetto de la Bastes. 
Di solito, chi vi sale identifica il rilievo come “Corvo Alto” (e così fece anche il linguista Vito Pallabazzer, nel suo saggio sui toponimi del territorio di Selva di Cadore), ma non pare che il nome sia accettato in toto da selvani e sanvitesi; nella bozza dell' atlante toponomastico di San Vito (edita nel 2009), infatti, la cima in questione è detta Mandoàl (Montdevàl a Selva). 
Il “Corvo Alto 2” invece è il dirimpettaio Piz del Corvo (2383 m, Corvo Alto secondo la guida delle "Dolomiti Orientali" di Antonio Berti; Piz a Corf, Pizacòrf secondo il professor Pallabazzer).
Verso il Monte Mondevàl, col Pelmo sullo sfondo 
(foto G. Da Vià, 10 febbraio 2018) 

Si tratta della maggiore elevazione del bastione dolomitico che scoscende sulle valli del Loschiesuoi e Fiorentina, e a NE si articola in un pendio pascolivo, lungo il quale si guadagna il culmine liberamente e senza difficoltà da Forcella Vallazza, alla testata del catino tra Piz e Mondevàl. 
Chi frequenta queste, come tante altre cime, ovviamente di rado si pone dubbi toponomastici. Il Mondevàl (“Corvo Alto 1") è una meta forse quasi più famosa d'inverno, anche se in veste estiva lo ricordiamo molto piacevole: meno noto e frequentato è invece il “Corvo Alto 2", sul quale salimmo nel 2009 dietro indicazione di amici e trovandolo meritevole.
Dalla croce della vetta, posta in ricordo di Vittorino Cazzetta che esplorò a fondo quelle zone, trovando lassù la morte nell’estate 1996, si dominano S. Fosca e Pescul, paesi sui quali scendono pareti percorse da vie di scalata, alcune di alta difficoltà. 
Per quanto riguarda i nomi delle due cime, ci chiediamo: chi avrà ragione? Antonio Berti, Vito Pallabazzer, gli scialpinisti, i selvani, chi discute su Facebook?

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