15 nov 2020

Quattro passi sul Lago Bianco

«Lago Bianco»: quanti possono affermare di conoscere quel luogo a Cortina? Eppure si discosta solo di pochi metri dalla strada statale e da un sentiero assai trafficato; soltanto che, non avendo i requisiti del lago da cartolina, è del tutto ignorato.
Iniziando dal nome, che è particolare poiché lo specchio lacustre così denominato... in realtà non esiste più, ormai da molto tempo.
Ci troviamo a circa 1500 m., sulla destra orografica della SS 51 a sud della sella di Cimabanche e all’imbocco della carrareccia che sale verso Lerosa. Secondo de Zanna-Berti, il lago fu battezzato «Bianco» per il limo che ne copriva il fondo e affiora ancora a tratti, dove la superficie è meno colonizzata da una caratteristica, magra vegetazione, forse oggetto di analisi da parte di chi ne sa più di noi.
Il Lago Bianco con il Knollkopf (foto E.M.)
Nella Grande Guerra ebbe un certo rilievo, poiché nei suoi pressi prendeva avvio una teleferica austriaca che saliva verso la sovrastante Punta Ovest del Forame de Fora. Inesorabilmente sommerso negli anni dalle colate detritiche scivolate dalla conoide di Cimabanche, oggi il lago si è convertito nella magra distesa che ci accompagna passando in automobile, e probabilmente pochi lo notano.
Sul lato a monte, tra la vegetazione il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo ha allestito una mangiatoia per ungulati che, a giudicare dalle numerose peste riscontrate nei dintorni, certamente non mancano di visitarla.
Negli anni che furono, ovviamente distratti da obiettivi di maggior pregio, non avevamo mai considerato l’idea di impiegare pochi minuti per mettere i piedi sulla morbida superficie del lago che non c’è più; nella zona è il terzo, dopo il Lago Negro e quello di Rufiedo, entrambi posti sul lato opposto della SS 51 ed ormai quasi fusi tra loro.
In verità al Lago Bianco non ci sarebbe tanto da vedere, se non le erbe e gli arbusti che coprono la piana, una pozza dal fondo melmoso e giallastro che ricorda certi fanghi termali, e la visuale, aperta da un lato sugli scoscesi dirupi del Forame de Fora e dall’altro sul Col Rotondo dei Canopi, il Knollkopf dei pusteresi.
Però è un luogo singolare, tant'è che in un pomeriggio d'estate, passando da quelle parti, ci siamo concessi volentieri la visita di un angolo senza fama del nostro territorio, che non ci ha deluso.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...