6 giu 2020

Prima di salire il Piz dles Cunturines

I frequentatori di questo blog (che crede di non essere soltanto un "suggeritore" di proposte per gite o salite più o meno conosciute e pubblicizzate, ma anche la fonte di curiosità linguistiche, storiche, toponomastiche legate alla montagna) avranno quasi certamente «inventato» nella loro vita frasi, modi di dire, parole singolari, poi ricordate e usate in contesti amicali, familiari, sportivi. 
Per chi scrive, una di queste espressioni, dialettale e lapidaria, fu senza dubbio «ma agnó m aeo menà a dromì, inze un parù?» (in italiano: «ma dove mi avete portato a dormire, in una palude?»).
L’espressione ha una data e un luogo di nascita ben precisi e definiti: permane invece qualche incertezza nel ricordo di tutti gli amici che ne furono testimoni. 
Ricordo di averla coniata il 2 settembre 1979, dopo aver pernottato con parte della compagnia di allora nella casermetta che si trova a 2170 m. presso il Passo e il Lago di Limo, sull'altopiano di Fanes. Il menù del giorno seguente era il Piz dles Cunturines (3064 m.), uno dei colossi dolomitici di minor impegno alpinistico e molto panoramico, che sorge in alta Val Badia e fu conquistato nel 1880 da Santo Siorpaes di Cortina con Albrecht Grünwald. La salita riuscì poi ottimamente, con grande soddisfazione di tutti.
La circostanza fu la seguente: durante la notte tra l'1 e il 2 settembre, nello stanzone in muratura della caserma (allora in buono stato, ma impossibile da riscaldare) dove eravamo arrivati salendo per la Val di Fanes, si era formata una condensa tale che, all’uscita mattutina dal sacco a pelo, chi scrive fu obbligato a calzare gli scarponi del tutto fradici per l'umidità, avendoli incautamente lasciati nella stanza senza preoccuparsi di coprirli. 
La Caserma Mario Feruglio
presso il Lago di Limo (foto R. Vecellio)
Non so se qualcuno dei presenti ricorderà le parole con cui sbottai, seccato ma anche divertito, prima di lasciare la fredda caserma, intitolata al Capitano Mario Feruglio del 7° Reggimento Alpini, Medaglia d’Oro al valor militare nel dicembre 1917.
Io non le ho dimenticate, e mi sono tornate in mente tempo fa, mentre raccoglievo espressioni, modi di dire e parole ampezzane da destinare a un libro di prossima uscita. 
Ovviamente non ho ripescato solo la frase, legata a un contesto irripetibile: ad essa ho collegato due giorni di gioventù spensierata, un'esperienza dell’alpinismo dei nostri vent’anni, la compagnia scanzonata e altri dettagli, che lascio nel cassetto dei ricordi.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...