16 feb 2015

Il Sas Scendù, un luogo singolare

Lungo la strada che sale dal "Tornichè" per la valle di Rudo sino a Ra Stua, presso lo slargo a 1547 m di quota, dal quale una carrareccia scende all'Aga de Cianpo de Crosc, supera anche il rio delle Ruoibes de Inze e giunge al pascolo di Antruiles, c'è un luogo singolare. 
Nulla di eccezionale, a dire il vero: un remoto evento geologico, che ha lasciato in eredità il toponimo di Sas Scendù, ovvero "sasso scisso, tagliato in due parti nel senso della lunghezza". 
Si tratta di un ciclopico macigno, rotolato in epoca antica dal soprastante costone dei Ciadìs e sdoppiatosi in due parti, affondate nella vegetazione come enormi denti.  Non conosco storie o leggende particolari, né aneddoti di vita agrosilvopastorale o venatoria legati al Sas, ma esso è lì, alla vista di tutti, e il passante attento non può non notarlo.
Tempo fa, mi addentrai a curiosare nella fessura che separa le parti del macigno, e notai piccoli residui di opere in cemento. Pensai subito che - vista la posizione della valle di Rudo, sul fronte della Grande Guerra - il Sas potesse essere servito al Regio Esercito da apprestamento di difesa, osservatorio o chissà quale altra funzione.
Non passo lassù da tempo, non ho più curiosato tra i due macigni e  non saprei se i residui di cemento siano ancora leggibili: credo però che, più che di emergenza archeologica, per essi si possa senz'altro parlare di testimonianza storica plurisecolare. 
Il Sas Scendù, sotto la neve 
(foto Ernesto Majoni)
Il Sas Scendù è un luogo originale e merita uno sguardo, se vi si passa accanto magari in inverno quando sulla strada di Ra Stua si circola solo a piedi o con gli sci. Quanti altri sasc scendude ci saranno nel territorio di Cortina? Molti, forse, ma soltanto due con un toponimo antico e consolidato: un masso quasi omonimo si trova nel bosco retrostante la borgata di Ronco, e lo conoscevamo come il Sas de ra scendedures (Sasso delle fessure) o anche de ra sète scendedures.
Ovviamente, la genesi del toponimo sarà la stessa per entrambi i macigni. Concludo pensando che sarebbe un peccato che, svanendo la lingua d'Ampezzo, la ricca toponomastica che le è collegata andasse irrimediabilmente a sparire.

3 commenti:

  1. Ciao Ernesto,
    approfitto di questo post per farti due domande, invero un po’ fuori tema:

    la prima, dove il nesso con il Sas Scendù è solo di vicinanza geografica. Salendo lungo la carrabile che conduce a Ra Stua, al termine della rampa con parapetto da cui si ha la bella visuale sul Pian de Loa, c’è una tabella che riporta la storia bellica di Son Pouses. C’è scritto che, durante la guerra, una galleria collegava la sommità di Son Pouses al Boite. Volevo chiedere qualche informazione in più su questa galleria, che immagino avesse un percorso ardito (il dislivello è notevole!) e non sia più accessibile. Devo dire che, pur essendo transitato decine di volte sulla sommità di Son Pouses, non ho mai provato ad entrare nelle postazioni che si vedono ai lati del sentiero, soprattutto per motivi di tempo, quindi non ho mai neanche provato a cercare suddetta galleria

    la seconda, dove il nesso con il Sas Scendù è la “scendedura”. In zona Cinque Torri, dalle vetrate del rifugio Scoiattoli, si vedono bene tre massi uno di fianco all’altro, quindi separati da due evidenti “scendedure”, che hanno l’aria di essere i resti di una Torre che nell’antichità si è coricata su un fianco. Qualcuno ha mai studiato questa torre caduta (ammesso che lo sia veramente) e ha provato a ricostruire la sua storia e in quale epoca si sia “sdraiata”? Anche in questo caso mi rendo conto di non aver neanche mai provato a toccare questi massi con mano, essendomi sempre accontentato di osservarli dal rifugio.

    Mi rendo conto che queste domande sono molto specifiche e che non sia facile avere risposte, quindi spero di non disturbare.
    Grazie!
    Riccardo

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  2. Ciao.
    1) Della galleria di Son Pouses sono a conoscenza anche io, ma non l'ho mai percorsa; so dove dovrebbe esserci lo sbocco ma credo che sia difficilmente transitabile.
    2) Mi poni un bell'interrogativo; tanti di noi hanno visto più volte quella torre che sembra affettata con un gigantesco coltello; ma anche qui, non e so nulla. Bisognerebbe chiedere a qualche geologo. Su uno di quei massi, dalle facce lisce come un biliardo, ci sono vie di falesia, frequentate già da Messner tanti anni fa.
    Ciao e continua e seguirci.
    Ernesto

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  3. Ciao Ernesto e ciao Riccardo, per la galleria vi posso dire che l'entrata a salire era a circa 1/4 del rettifilo, poco sopra la strada, ai piedi di una radice. L'ingresso era stretto e angusto, percorribile a carponi in mezzo a terriccio fangoso ma, da quanto ne so, per motivi di sicurezza, dovrebbe essere stata chiusa.

    La "torre" in 5 Torri è chiamata "i massi" e vi sono diverse vie di falesia. Guardando dal Rifugio Scoiattoli Le più frequentate e più facili sono sul masso primo masso a destra, sulla parete rivolta proprio verso il rifugio.

    Ciao e complimenti per il bel blog!
    Nicola

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