28 ago 2018

Busc de r'Ancona, il buco del diavolo

Famosa bizzarria naturale, si trova in un luogo che trasuda aria di leggende ed è un balcone panoramico insolito e una meta non banale. 
Mi riferisco al Busc (buco) de r’Ancona, apertura ovoidale alta una quindicina di metri che trafora lo spallone roccioso tra le Ciadénes e la cima della Croda de r’Ancona, nel gruppo dolomitico della Croda Rossa. 
Non è certamente l’unica peculiarità del genere nelle Dolomiti, ma probabilmente è una delle cavità più massicce e meglio osservabili. Un luogo strategico per scorgerla è senz'altro la SS 51 d'Alemagna tra Podestagno e Ospitale, oppure la sottostante ex sede ferroviaria. 

La Croda de r'Ancona con la cresta est, 
dalle pendici della Pala del Asco (foto E.M.)
Dal Busc al ponte stradale sul Ru de r’Ancona scende per 600 m di dislivello un franoso impluvio detritico, privo di tracce e percorribile, ma con molta attenzione. Come per altre realtà alpine, anche questo Busc possiede la sua brava leggenda, secondo la quale l’apertura sarebbe stata forzata a cornate dal diavolo, allontanato dalla valle d'Ampezzo - che aveva tentato di convertire a suo favore - grazie al provvidenziale intervento di un pievano. 
Dal punto di vista panoramico, per avere un’idea di quel finestrone l’unica cosa è salire a vederlo. Il sito, per sua fortuna, non è ancora troppo usurato, e vi si può arrivare per verdi e detriti con tracce militari dalla carrareccia - oggi predominio dei bikers più che dei pedoni - che risale la Val di Gotres fino a Forcella Lerosa, o scendendo lungo la cresta est della Croda de r’Ancona. Un tratto della cresta è attrezzato (ATTENZIONE: non è una via ferrata collaudata secondo gli standard, come fa credere una scritta in vernice sulle rocce sommitali!) e, quantunque breve e non troppo difficile, si svolge su terreno malsicuro ed esposto. 
A questo punto non resta che invitare i curiosi sul Busc de r’Ancona, peculiarità inserita in un Parco Naturale che può essere apprezzata con l'equipaggiamento, la pratica, la disinvoltura e il rispetto che richiede e merita. Se poi - non pago della scoperta - qualcuno decidesse d'impelagarsi nella discesa verso la SS 51, a quanto detto sopra si deve aggiungere un buon paio di calzature, robusti polpacci e un minimo d’occhio nell'intuire i passaggi meno evidenti. 
Sicuramente la zona ha un grande pregio, e non ci si aggirano ancora le folle cafone che stanno minacciando la salute di altri luoghi: non è detto però che, disturbato, nei paraggi non si faccia rivedere ... il diavolo!

1 commento:

  1. Mi rifaccio vivo dopo un sacco di tempo, perché il tema mi è molto caro. Mi scuso per la prolungata assenza dovuta soprattutto a motivi di lavoro e a... l'ingrandimento della famiglia!
    Il Busc de r'Ancona, di cui appresi l'esistenza da un libro di Armando Scandellari, è una delle mete che rimase per più lungo tempo in cima alla lista dei "sogni", prima di riuscire a visitarlo. Ora che l'ho raggiunto più volte da tutti i versanti, gli rimango comunque molto affezionato e torno sempre con piacere nei suoi dintorni (merito forse dell'ambiente particolarmente bello e accogliente che caratterizza tutta la dorsale delle Ciadénes).
    In tema di dimensioni continuo invece a sospettare che un arco particolarmente grande si trovi in un angolo remotissimo di Cortina: sulle Pale Erte, sotto le cime di Furcia Rossa. In particolare, si trova nella dorsale che separa due canaloni contigui e, a causa delle pareti rinserrate dei canaloni, lo si riesce a osservare solamente dalla Croda del Valon Bianco in determinate condizioni di luce. Da quando ne scrissi in una risposta ad un post, non ho ancora avuto occasione di andarlo a visitare. Ne appresi dell'esistenza da una foto di Dario Bellodis (www.bellodis.com), che evidentmente riuscì ad avvicinarlo; la foto mi richiese comunque mesi di riflessioni per capire esattamente dove si trovasse. Ho provato a chiedere anche a "navigati" esploratori (ampezzani) di luoghi reconditi dei dintorni di Cortina, ma a parte quella foto ad oggi nessuno mi ha saputo dire niente di più. Prima o poi farò come San Tommaso e andrò di persona.

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