13 gen 2021

Compleanno speciale sul Becco di Mezzodì

Quasi un secolo fa, il 13 gennaio 1925, il trentino Giuseppe Bepi Degregorio, detto “el Maestro de Posta” (poiché diresse l’Ufficio Postale di Cortina, fino alle Olimpiadi del '56), alpinista e sci alpinista, Accademico del Cai e del Gism, Presidente per otto lustri della Sezione di Cortina del Cai nonché giornalista e scrittore, saliva al rifugio Croda da Lago in compagnia del custode del tempo, Achille Toscani. 
Quel giorno Bepi aveva in mente di ricordare il proprio trentaseiesimo compleanno in modo speciale: salendo da solo, tra la neve e il ghiaccio, sul Becco di Mezzodì per i camini in cui il leggendario Santo Siorpaes da Sorabances e William Edward Utterson Kelso avevano rivelato al nascente turismo dolomitico le pallide cime attorno al Lago di Federa. 
L’ascensione di Bepi si svolse senza intoppi. Il custode lo aspettò, comunque inquieto, accanto alla stufa rovente del rifugio; nel pomeriggio si avviò verso Forcella Ambrizzola con un badile in spalla, battendo pista nella neve alta per accogliere l’alpinista, e fu molto sollevato nel vederlo rientrare, intirizzito ma sorridente. 
Bepi Degregorio, nel 1966 (raccolta E.M.)

Le fonti non hanno mai considerato quella del 1925 come la probabile prima solitaria invernale del Becco, già salito dall'olandese Jeanine Immink con le guide Dimai nel dicembre 1891, e poi da Angelo Dibona col cliente Von Csaky il 4 gennaio 1913. 
L'autore, scomparso in una luminosa giornata del novembre 1978, raccontò con brio la scalata nel suo diario alpino "Cortina e le sue montagne", uscito per la prima volta nel 1952. Chi riuscisse a farlo, vada utilmente a rileggersi quella romantica pagina di alpinismo "vecchia maniera"!
Oltre novant'anni dopo la salita e a 132 dalla nascita di Degregorio, un personaggio di spicco della Cortina novecentesca, pare doveroso proporre ancora una volta il ricordo di quella piccola, grande avventura.

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