15 gen 2014

Lainòres, montagna verde

L'ampia cupola pascoliva e striata da barre rocciose delle Lainòres sovrasta a S i grandi alpeggi di Fodara Vedla (in ampezzano Rudo de Sote) e Sennes (Rudo de Sora), cuore degli Altipiani Ampezzani nel gruppo della Croda Rossa. 
La cima, su cui giunge un sentiero che si diparte dalla carrareccia militare tra Ra Stua e Fodara, offre un panorama meritoriamente rinomato sugli Altipiani e sul crinale che li delimita, dalla Croda del Béco alla Croda Rossa d'Ampezzo, che qui espone i suoi valloni occidentali. 
Per l'ascensione, praticabile da più versanti e da parte di ogni buon camminatore, la naturalità della vetta e delle sue pendici e l'ampiezza degli orizzonti, le Lainòres sono apprezzate come meta escursionistica e scialpinistica; d'inverno furono salite dal pioniere Federico Terschak già nel 1910 .
Autunno verso le Lainòres
(photo: courtesy of idieffe)
Il nome, caratteristico perché declinato al plurale, significa “piccole slavine” e si riferisce ai valangosi pendii a S: in Marebbe, invece, la cima viene chiamata “Sas dla Para”, in relazione alle ripide pale erbose che la distinguono. 
Come la maggior parte delle cime del sottogruppo ampezzano della Croda Rossa, anche quella delle Lainòres mi è nota e cara.
Dal 20 luglio 1969, giorno in cui l'uomo metteva piede sulla Luna e io, poco meno che undicenne, giungevo con papà e mamma lassù - alzando con stupore un paio di pernici bianche -, vi sono tornato almeno dieci volte, fino ad un'estate non lontana.
Scelsi proprio quella cupola silenziosa per festeggiare in anticipo con gli amici Claudio, Mauro e Sisto il mio trentesimo compleanno, nella limpida giornata del 23 ottobre 1988. 
Non avrei potuto solennizzare in modo migliore l'anniversario, se non su una delle crode “facili” più interessanti delle Dolomiti Ampezzane.

6 commenti:

  1. Approfitto di questo messaggio per augurare buon 2014!

    Negli anni l'ho studiato il Lainores da diversi versanti (soprattutto grazie agli spunti di questo blog) e credo di aver ricostruito diverse vie che ne raggiungono la cima. D'altra parte la sua natura ripida ma non troppo probabilmente agevola l'esplorazione dei versanti e molte altre vie oltre a quelle che credo di aver ricostruito sarebbero possibili.
    Finora ho raggiunto il Lavinores (o ne sono disceso) per la via normale, per la facile via che da Fodara Vedla sale a Forcella Lavinores e per un percorso sul versante est (proprio sopra Ra Stua), indicato nel libro 101% Vera Montagna, che devo dire non era tanto naturale e intuitivo e, insieme a qualche passaggio esposto e scivoloso, l'ha resa un'avventura un po' fine a se stessa e non particolarmente divertente.
    Altre vie che credo di aver intuito e prima o poi vorrò provare sono: le cenge sull'avancorpo che insiste sopra ad Antruiles (appresa su questo blog), la salita a forcella Lavinores dalle Ruoibes de Inze per una cengia inclinata (suggerita su questo blog da Saverio), forse (ma qui sono in dubbio) un'altra salita a Forcella Lavinores dalle Ruoibes de Inze per un canalone, comunque molto vicino a suddetta cengia.

    Concludo con una domanda che non c'entra niente: "Cercando i ruderi di Pinié" a che luogo si riferisce? Non è Cortina, vero?

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    1. Grazie del commento.
      Premesso che tante indicazioni di "101 vera montagna" sono da prendere con le pinze perché sottovalutano gradi e difficoltà, le Lainores si salgono praticamente da tutti i versanti o quasi. Sono interessanti anche le soluzioni "dirette" dal Lago di Fodara, sulla sinistra a raggiungere il sentiero segnalato oppure nel centro del versante, ripido ma non difficile. La cengia sull'avancorpo che porta al ghiaione visibile dalla strada di Ra Stua è interessante (occhio all'imbocco in alto!) e la rampa che sale dalle Ruoibes de Inze anche, ma su ghiaia abbastanza dura, che in qualche punto richiede attenzione. E poi c'è la via dall'acquedotto del Rifugio Fodara, quella che si fa in discesa traversando la cima, bella anche in salita, facile e panoramica.
      I ruderi di Pinié dovrebbero essere stati in territorio di Cortina, sul confine con San Vito, ma secondo conoscitori della zona pare non siano mai stati trovati sul terreno.

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    2. Grazie per la risposta! Interessante le info su Pinié, non ne avevo mai sentito parlare prima!

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    3. Caro Riccardo,
      il giorno che percorsi in discesa "la cengia inclinata", all'andata vidi "distintamente" una persona che si arrampicava da Ruoibes de Inze alla forcella, per il canalone di cui parli. Mi fermai per estrarre la macchina fotografica dallo zaino e ... non lo vidi più. Quella, chiamiamola, visione mi suggerì al ritorno di cercare una via di discesa da quella parte e fu così che "trovai" la famosa cengia. Mi sono sempre chiesto se ho avuto le allucinazioni oppure no, ma in quegli anni (1975) e a quell'ora (era mattina) di solito ero sobrio. Ciao

      Saverio

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  2. Ciao!
    Siccome ho visto, che anche Tu preferisci salire su cime poco conosciute e/o poco frequentate, avrei una domanda: hai informazioni come salire sulle punte riodalato (zona lago di braies) per la via normale (da est)? conosco solo la descrizione nella vecchia guida famosa di Antonio Berti, ma purtroppo quella descrizione é imprecisa, troppo corta e poco attuale....
    Saluti dalla val pusteria
    Christoph

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  3. Ciao.
    Purtroppo non ho mai salito le Punte Riodalato, e ne ho una sola foto, presa un p' da lontano, dalla cresta finale del Monte Alpe del Camoscio.
    Un amico, l'ingegnere e Accademico del Cai Marino Dall'Oglio, qualche anno fa vi ha aperto alcune vie nuove, scrivendo un interessante articolo su un numero della rivista "Le Alpi Venete".
    Se ti interessa e mi lasci un tuo indirizzo, posso farti avere le fotocopie.
    Grazie dell'intervento.
    Ernesto Majoni

    emajoni58@gmail.com

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