2 lug 2017

Crosc de (Sciora) Ester e Cojina del Moisar: spunti per fare quattro passi

Sulla ripida strada bianca che da Lacedèl, aggirando a nord lo sperone di Crépa, raggiunge Pocòl  - e fino al 1909 fu l'unico collegamento viario fra Cortina e il Passo Falzarego -, agli occhi più attenti non può sfuggire una croce lignea posta al limite del bosco e rinnovata di recente, che reca una targa. 
La croce fu collocata lassù a memoria di un fatto accaduto l' 8 agosto del 1889: in quel luogo Ester Sprood di Bristol, anziana consorte del calzolaio Andrea Constantini con cui probabilmente abitava in una casa vicina, morì mentre passeggiava, a causa di un colpo apoplettico o di un fulmine. 
Il ricordo dell'anglosassone ha dato origine al nome che identifica il luogo, "Crosc de Ester" o "de Sciora Ester". Negli anni '90, operazioni di esbosco nell'area circostante causarono danni al manufatto, subito risistemato per interessamento del Vicesindaco del tempo. Circa cinque anni fa, poi, la croce è stata risanata, abbellita con un tettuccio in lamiera e una nuova targa e resa degna di sosta e di attenzione, per merito di un gruppo di frazionisti di Lacedèl. 
La rinnovata "Crosc de (Sciora) Ester"
(foto R. Vecellio 2016, g.c.)
Essa costituisce un gradito segno di rispetto, prima di tutto nei confronti di una donna giunta da molto lontano per accasarsi a Cortina, poi verso il luogo e il suo nome, acquisito nella toponomastica ampezzana ma perlopiù sconosciuto alle ultime generazioni. 
Poco lontano dal crocifisso si trova un’altra curiosità naturale e culturale: tra le piante alle spalle del manufatto emerge, infatti, un masso un po' strapiombante, detto ab antiquo “Cojina - cucina - del Moisar”. 
Lo studioso Giuseppe Richebuono ritiene che il nome si leghi ad un tale  Angelo Ardovara del villaggio di Còl (secondo Illuminato de Zanna, era invece un Dadié di Campo). Il nomignolo - di origine tirolese, registrato nei vocabolari ampezzani come aggettivo - deriverebbe dalla caratteristica del personaggio, "lento nel pensare e nell'agire, un po' tonto".
Pare che il Moisar avesse adattato lo spazio sotto il masso a ricovero-cucina, e là consumasse i suoi pasti in solitudine: da qui il particolare antroponimo. Cinquant'anni fa il Sestiere di Azon ripropose la figura dell'Ardovara o Dadié che fosse, su un carro di Carnevale dal titolo "El landro - caverna - del Moisar".
La croce e il masso retrostante - che distano pochi minuti dalle case di Lacedèl e Còl e possono costituire la meta di una breve e interessante passeggiata - nonché l'origine dei due toponimi, oggi sfuggono sempre più all'attenzione di locali e non. 
Perché non raccogliere e descrivere organicamente i nomi di luogo ampezzani legati a fatti e persone come "Crosc de (Sciora) Ester" e "Cojina (Landro) del Moisar", che presto o tardi rischieranno ineluttabilmente di perdersi?
Si arricchirebbe così la conoscenza di ospiti, residenti e appassionati e si affiderebbero al ricordo frammenti poco noti della nostra storia.

2 commenti:

  1. Caro Ernesto,
    trovo queste "curiosità" non solo gradevolissime, ma piene di interesse per chiunque senta la conca ampezzana come la propria Heimat. Per non essere accusato di blasfemia intendo questo vocabolo come "il luogo in cui ti senti a casa, diverso, migliore". Non esistono solo cime "da conquistare", ma anche boschi, prati, pozze, ruscelli "da cui farti conquistare". Luoghi che ci si svelano solo quando non ci interessa "la meta", ma "il viaggio". E tu ce lo rammenti spesso con i tuoi post.
    Grazie

    Saverio

    RispondiElimina
  2. E quanti altri ce ne sono, che spesso neppure noi possiamo dire di conoscere a fondo!
    Ne ho già individuati alcuni altri, continua a seguirmi.
    Grazie.
    E

    RispondiElimina

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...