Il 25 novembre 1939 morì in tarda età un ampezzano noto per intraprendenza, irrequietezza e originalità: Giovanni Barbaria detto Zuchìn.
Falegname, divenne guida nel 1875 e fu la prima della seconda generazione. Andava in montagna anche perché - seppur molto giovane - aveva già famiglia (il primo figlio Bortolo, destinato anch'egli alla carriera di guida, era nato nel 1873). Forse qualcosa non girò per il verso giusto e così di punto in bianco l'estroso Giovanni se ne andò in America, senza preoccuparsi di avvisare i parenti. Dieci anni dopo fece ritorno e riprese tranquillamente la vita di sempre.
Il Tridente Cantore, dal rifugio omonimo (cartolina anni '40, raccolta E.M.) |
Al suo nome si contano alcune prime salite sulle cime della Croda da Lago, delle Marmarole e in Tofana. In quel gruppo, di fronte alla Tofanahütte inaugurata 133 anni fa (il 16 agosto 1886), col figlio e due austriaci il sessantenne Barbaria salì le guglie chiamate dapprima Wienertürme-Torri Viennesi e nel dopoguerra Tridente Cantore, in omaggio al Generale caduto lassù il 20 luglio 1915.
Intuendo lo sviluppo turistico dell'area del lago di Federa, dominata dal Becco di Mezzodì e dalla Croda da Lago e nota a turisti e alpinisti fin dal 1872, all’inizio del secolo Giovanni aveva voluto dotarla del primo rifugio del gruppo. Il terreno e il legname da opera glieli aveva donati la Magnifica Comunità d'Ampezzo, che nel contratto di concessione inserì anche una clausola curiosa: “... non abusare nel somministrare bevande ai pastori” della vicina malga di Federa. Non si sa la guida se l'abbia rispettata in pieno.
Il rifugio aprì il 2 settembre 1901, ma non ebbe vita facile; quattro anni dopo Barbaria si stufò e lo vendette, trovando l'acquirente nella Sektion Reichenberg del Club Alpino Tedesco-Austriaco. Nonostante la zona richiamasse già molti alpinisti, i guadagni non corrispondevano alle aspettative del proprietario: si diceva però che Giovanni non negasse mai da bere ai visitatori amici, ovviamente gratis!
Conclusa la parentesi da rifugista, il Zuchin continuò come guida ancora per qualche tempo; con la Grande Guerra, come altri colleghi, si pose a riposo e passò il resto della sua esistenza ricordando il passato e trasmettendo le sue esperienze ai giovani, tra i quali il nipote Giovanni, guida dal 1931 ed ultimo del ramo familiare, cessato con lui nel 1982.
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