Nel 1938, sull'ampia sella tra il Corno d’Angolo e le Pale di Misurina, dove le Torri di Popena dividono la testata della Val Popena Alta in due conche e a pochi passi dal confine fra Auronzo e Ampezzo, il trentino Lino Conti aprì - a prezzo di grandi fatiche - un piccolo e grazioso rifugio.
L'iniziativa mirava a fornire la zona di una base per salire e conoscere le cime dei dintorni (il severo Piz Popena proprio di fronte, il facile e malsicuro Corno d’Angolo dove salì anche Comici, il Cristallino di Misurina celebre in guerra, la Croda di Pousa Marza dominio di Michl Innerkofler, le guglie di Val Popena Alta testimoni dei quinti gradi di Dibona e Dulfer, le mansuete Pale di Misurina, la Punta Michele di Eckerth e poi di Casara), e anche per una frequentazione invernale della valle, da decenni meta scialpinistica.
... e i ruderi stanno a guardare ... (foto I.D.F.) |
Il rifugio ebbe vita breve, poiché fu distrutto da un incendio nel secondo dopoguerra, e non più ricostruito. La questione del rifacimento è tornata di nuovo alla ribalta, sostenuta da un noto scrittore, ed ogni stagione potrebbe essere quella buona per avviare la "valorizzazione turistica" di quei sassi ultra settuagenari che occhieggiano malinconici sulla sella, un paradiso tra crode semi deserte.
Il valico funge da snodo per escursioni e salite molto interessanti, e secondo molti la struttura sarebbe indispensabile, pur trovandosi solo a un’ora di cammino dal traffico di Misurina e in un contesto ambientale ben preservato. Il sottoscritto, dovendo scegliere, preferirebbe senz'altro che la sella – anziché l'ennesimo ristorantino d'alta quota con menù gourmet o una finta malga – ospitasse al limite solo un rustico ricovero per il maltempo. Sarebbe un “affare” per l'alpinismo, la storia e la natura, non certamente per l'economia. Però così la franosa Val Popena Alta non rischierebbe di ricadere nella banalizzazione, magari riempiendosi di “quad”, motoslitte e quant’altro, e si sottrarrebbe ai successi ed eccessi di un turismo spesso cafone ed improvvido. Si attendono sviluppi: se non ne verranno, ci riterremo ugualmente soddisfatti e anche di più.
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