Ripercorrere la vita di qualcuno attraverso immagini non è sempre agevole, ma utile comunque per scoprire cosa ci sia dietro ambienti, situazioni, volti. Una vecchia foto, inerente all’alpinismo e utile per questa prova, risale al 1913 e ritrae 19 guide alpine di Cortina d'Ampezzo.
Dovrebbe essere l'ultima fotografia ufficiale di un gruppo di guide di Cortina prima della Grande Guerra, che stravolse senza rimedio le usanze antiche e aprì mondi nuovi. Lo sfondo del ritratto, che ne segue altri risalenti al 1893, 1897 e 1901 e non include comunque tutte le guide in servizio, dovrebbe essere l’Albergo, poi Rifugio Cinque Torri, amato punto di ritrovo fin da inizio secolo.
Tra i signori con tanto di barba, cappello e mustacchi come d'uso si vedono Antonio Dimai (1866-1948, 4° da sinistra seduto), e Angelo Dibona (1879-1956, seduto davanti nel mezzo). Una delle guide in posa non tornò dal fronte (Celestino de Zanna, 1877-1915, 4° da sinistra in seconda fila); un’altra, Agostino Verzi (1869-1958, 1° da destra davanti), risulta aver calcato montagne fin quasi alla 2a guerra mondiale.
Non mancano personaggi passati nella storia senza clamori; ad esempio Angelo Colle (3° da sinistra seduto), nato esattamente centocinquant'anni fa, dall'aspetto quasi pingue e dallo sguardo bonario e sornione. La Sezione Ampezzo del D.Oe.A.V., fondata nel 1882, gli aveva permesso di svolgere la professione di “Bergführer” all’età, ormai quasi veneranda per l’epoca, di 36 anni, dopo aver respinto più volte le sue domande di ottenere la licenza. Nella “Guida della Valle di Ampezzo e dei suoi dintorni” del 1905, Colle è registrato ancora come “aspirante”, accanto ai giovani Arcangelo Colli, Celestino de Zanna, Florindo Pompanin e Baldassare Verzi.
Ottenuta l’agognata autorizzazione, Colle se la tenne stretta e la rinnovò sino al 1932, gestendo nel contempo per un periodo il rifugio Antonio Cantore, ricavato dalla caserma di Forcella Fontananégra, tra le Tofane di Rozes e di Mezzo e nei pressi della storica Tofanahütte.
La guida vantava un'unica prima ascensione, la Cima V di Furcia Rossa nel gruppo di Fanes. Su di essa, il 6 agosto 1909 il Nèno scortò i tedeschi Thiel, Jung e Kleyensteuber, lungo un tragitto poi agevolato in guerra da cospicui lavori, poiché tutta la linea di cresta fu saldamente in mano agli austriaci.
Di Colle, spentosi nel 1960, non rimane la memoria di ardite imprese alpinistiche, ma più quella di un esponente della Belle Époque ampezzana a cavallo tra Otto e Novecento. Leggendo tra le righe, nel ritratto di gruppo del 1913 pare di scorgere, più che una rude guida, quasi un dandy brillante e loquace, disposto a intrattenere il pubblico durante le sue avventure alpine con battute e storie, e magari anche a spararle grosse.
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