19 nov 2021

Angelo Gaspari, guida alpina sfortunata

Quest'anno, tra gli anniversari legati all'alpinismo dolomitico, ce n'è uno, sicuramente secondario nella storia, ma che a nostro giudizio merita un piccolo cenno, se non altro per la sua singolarità. Il 1° luglio 1865, nel villaggio di Ciae-Chiave a Cortina, che si stende ai piedi del Pomagagnón, vedeva la luce un uomo che avrebbe lasciato una pur labile traccia nella storia locale, se non altro per il suo sfortunato destino. Si trattava della prima guida alpina locale che perì nell'esercizio del proprio mestiere.
Quell'uomo si chiamava Angelo Gaspari, "Moròto" nell'antico soprannome di famiglia. Come tanti altri valligiani, aveva una bottega di falegname; a trent'anni la Sezione Ampezzo del Club Alpino Tedesco-Austriaco, attiva dal 1882, gli aveva consentito di esercitare anche la professione di guida alpina e come tale, con altri ventidue compaesani, Gaspari figura nella "Tariffa per le guide di montagna del Distretto Giudiziario d'Ampezzo", datata 26.4.1898.
In quindici anni di attività, il "Moròto" fu una guida rinomata, ed a lui si lega anche un paio di prime salite. Nel 1899, con il collega Angelo Maioni "Bociastorta" e le non meglio identificate sorelle Schmitt, salì il camino che taglia verticalmente sul lato sud la Gusèla del Nuvolau, sopra i pascoli di Giau. Di quel ripido camino, che Antonio Berti, nella guida delle Dolomiti Orientali, valutò di V, di sicuro avranno un ricordo Enrico e Federico, che circa ottant'anni dopo ne furono tra i pochi ripetitori. Il 26 agosto 1911, Gaspari scoprì con E. Heimann anche una utile variante di IV- alla via normale sull'avancorpo sud della Torre dei Sabbioni nelle Marmarole, ancora percorsa da chi sale la Torre.
Angelo Gaspari e Baldassarre Verzi in parete

Due giorni dopo quest'ultima, il 28 agosto 1911, il povero Angelo, nell'ardito tentativo di trattenere il cliente che aveva perso l'appiglio sull'esposta “Lasta” della via normale del Monte Cristallo, precipitò ferendosi a morte.
La moglie Maria e il figlio settenne Giovanni, che diverrà un famoso imprenditore nel campo dello sci, furono i primi a Cortina a godere delle provvidenze economiche della “Cassa di sussidio per malattie e infortuni”, in breve “Cassa Schmidt” dal nome del tedesco Anton Schmidt, che ne aveva suggerito l'istituzione nel 1896 e ne fu il primo munifico sostenitore.
Una curiosità: il 6 settembre 1981, alcuni soci del Cai Cortina salirono sul Piz Popena a recuperare il vetusto libretto di vetta presente lassù fin dal 1910 e firmato da nomi illustri, Antonio Dimai, Angelo Dibona, Emilio Comici, Ettore Castiglioni, Enzo Cozzolino. Sotto l'ometto della cima, giaceva una scatola con alcuni biglietti di visita: uno di essi era stato lasciato nel 1906 da Angelo Gaspari "Moròto" che - forse anche per imitare le guide valdostane - usava il francese per presentarsi come “Ange Gaspari, guide du Club Alpin”.

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